La storia delle miniere di Silius comincia nei primi decenni del ‘900, in particolare nel 1916 quando si registrano i primi episodi di ricerca della Galena. E’ agli inizi degli anni ’50 che l’attenzione si sposta sugli importanti affioramenti fluoritici e nel 1953 nasce la prima Società che ottiene la concessione mineraria per lo sfruttamento del giacimento ricco in fluorite e galena, la Mineraria Silius S.p.A..
Le miniere oggetto di concessione inizialmente sono due distinte, e i nomi dei cantieri di coltivazione rispettivamente Genna Tres Montis e Muscadroxiu.
L’attività mineraria è florida e la richiesta di fluorite sempre più intensa da parte dell’industria, che vive il boom economico degli anni ’60 cui segue giocoforza la maggior produzione di materie prime.
Così si arriva agli anni ’80 con picchi di oltre i 500 dipendenti e 450.000 tonnellate annue di tout venant alla produzione. Le due miniere crescono e si approfondiscono, la coltivazione del filone mineralizzato procede col metodo del sublevel stoping seguito da ripiena e si arriva, alla profondità di 400 m sotto la superficie, ad unire le due miniere con un’unica galleria di carreggio (trasporto minerale). Il minerale viene estratto da un unico pozzo detto Pozzo Centrale e la miniera assume il nome di Genna Tres Montis, unica concessione per la coltivazione dei minerali di F, Pb, Zn, Ag e Ba.
Negli anni ’80 interviene un fatto storico che mette in crisi la miniera: col trattato internazionale del protocollo di Montreal, firmato nel 1987, l’ONU introduce le norme per la riduzione della produzione e dell’uso delle sostanze che danneggiano lo strato di ozono, tra cui, di primaria importanza, i clorofluorocarburi (CFC). Crolla quindi il mercato legato all’estrazione della fluorite, la Mineraria Silius S.p.A. accusa il colpo e rischia la chiusura. La Regione Autonoma della Sardegna (RAS) interviene e nel 1992 contribuisce con l’80% dei capitali (il restante 20% resta in mano al precedente proprietario) alla costituzione della Nuova Mineraria Silius S.p.A. (NMS), società che continua i lavori di coltivazione dell’ancora ricco giacimento di Silius. Nel 1996 la R.A.S. passa la gestione della NMS all’ Ente Minerario Sardo (EMSA) con il 99,79% delle azioni; L’Ente però è vicino alla liquidazione e non è in grado di gestire una miniera in attività, per cui dalla fine degli anni ’90 al 2002, anno della liquidazione completa dell’Ente, si cerca invano una via per la privatizzazione della miniera. La privatizzazione non avviene e nel 2002 la RAS riprende la gestione diretta e il pieno controllo, 100%, della Società.
Il mercato della Fluorite si sta riprendendo, è in crescita, complice il fatto che quella che è stata per anni la più grande esportatrice, la Cina, ha ridotto fortemente le operazioni commerciali di export e il valore del minerale riprende a lievitare: nasce l’esigenza di un nuovo Piano Industriale, le strutture minerarie, ormai vetuste, devono essere rimodernate, il parco mezzi, costituito da pale meccaniche e locomotori non più efficienti, sostituito con macchine tecnologicamente più avanzate. Il Piano viene presentatonel 2004 e ci si prepara alla ripresa produttiva dopo aver scongiurato la chiusura dell’attività. Nel 2006 arriva però un procedimento di infrazione aperto dalla commissione europea per la coltivazione antieconomica del giacimento, supportata da aiuti di Stato dagli anni ’90; la coltivazione del giacimento viene fermata definitivamente nel marzo del 2006 e la Nuova Mineraria Silius S.p.A. viene messa in liquidazione.
Nel 2007 nasce la Società Fluorite di Silius S.p.A. che si aggiudica le concessioni minerarie “genna tres montis” per minerali di f, pb, zn, ag e ba in Territorio dei comuni di Silius e San Basilio (CA) con impianto di Trattamento mineralurgico nel comune di Assemini (CA); ma in seguito al procedimento di infrazione aperto dalla commissione europea verso la precedente società titolare di concessione Nuova Mineraria Silius spa, la Fluorite di Silius non ha mai potuto intraprendere la coltivazione del ricco giacimento di fluorite dando avvio al suo piano industriale.
Il giacimento fluoritico di Silius contiene ancora due milioni di tonnellate di minerale che costituiscono patrimonio indisponibile dello Stato, pertanto la Fluorite di Silius si occupa dal 2008 della manutenzione e bonifica delle strutture minerarie e delle pertinenze prima, e della loro custodia e mantenimento delle condizioni di sicurezza poi, fino a oggi.